Qui di seguito:
Limiti (di udibilità)
Limiti (di udibilità) della ampiezza
Limiti (di udibilità) della distorsione
Limiti (di udibilità) della fase:
Limiti (di udibilità) della frequenza
Limiti (di udibilità) degli
impulsi
Limite Udibilità delle Prime Riflessioni
Limite di Udibilità del Ritardo di Gruppo
Limite di Udibilità della
Riverberazione
Lmite di Udibilità del timbro
Limiti (di udibilità):
nella figura è rappresentata l'area di udibilità compresa
tra la soglia di udibilità e la soglia del dolore. Le aree interne
rappresentano le aree interessate dalla musica e dal parlato. Vedere anche Infrasuono, infrasonico, Loudness, Limiti (di
udibilità) della ampiezza.
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Limiti (di udibilità) della ampiezza: la percezione dell’ampiezza, ovvero del livello SPL, con
toni puri porta alla definizione delle curve di Loudness (in cuffia, per campo
diretto, per campo riflesso) ma, attenzione, vale solo per i tono puri. Con i
suoni naturali la percezione dell’ampiezza o del livello dipende dal timbro e
non è possibile determinare delle curva di loudness per i suoni naturali. Una
delle cause è il mascheramento. Vedere Ampiezza (sez. Fisica), Loudness.
Variazione livello SPL |
Variazione di Loudness Percepita |
3 dB |
Appena percepibile JND |
5 dB |
Percepibile |
10 dB |
Percepita come 2 volte più forte |
15 dB |
Grande cambiamento |
20 dB |
Percepita come 4 volte più forte |
Da documentazione B&K |
Limiti (di udibilità) della distorsione:
(vedere JDD Just Detectible
Distortion). A leggere
la stampa specializzata da una parte si afferma che un tasso dello 0.02% è
udibile dall’altro si giudica favorevolmente
un diffusore che presenta livelli di TND (distorsione) superiori all’8%
alle alte frequenze ma anche maggiori dell’80% alle frequenze basse. Ciò non
significa che non esistano limiti di udibilità o tollerabilità o che le misure
non siano corrette. Più semplicemente le misure non rispecchiamo le effettive
condizioni d’uso. I limiti di udibilità della distorsione esistono anche se non
sono facili da definire perché la musica è un fenomeno “ad ampio spettro” e dal
contenuto ampiamente variabile: lo stesso diffusore può suonare bene con un
flauto e meno bene con il pianoforte.
Olson ha dimostrato che la udibilità della distorsione
(dell’intera catena di riproduzione) dipende dalla larghezza della banda
passante. Se la banda passante è limitata risultano tollerati tassi di
distorsione armonica fino al 10% (in assenza di intermodulazione dinamica).
Quando la banda passante si estende da 40 a 15000 Hz il tasso di distorsione
tollerata si riduce a 1-2%. Le conclusioni di Olson sembrano essere le più
equilibrate e concordano con molte altre rilevazioni.
Alla luce dell’ esperienze di Olson la distorsione armonica
prodotta da un singolo elemento della catena di riproduzione deve essere
inferiore all’1%. Evidentemente la distorsione deve essere minima nella
sorgente e nell’amplificatore ed è tollerata, in una certa misura, nel
diffusore acustico. Se non c’è distorsione è meglio.
Entrando nello specifico, i livelli di distorsione (dei
diffusori acustici) vanno giudicati in funzione del tipo di diffusore acustico
in esame. Per un sistema a tre vie con taglio a 100 Hz un tasso di distorsione
armonica del 3% del woofer, è tollerabile perchè non produce intermodulazione
con la gamma media. Diversamente lo stesso tasso di distorsione per un
diffusore a 2 vie, causa intermodulazione in gamma media e diventa udibile
specie con i generi musicali più impegnativi (pianoforte, orchestra).
Per quanto riguarda l’incremento della distorsione armonica
all’aumentare dell’ampiezza dello stimolo questo dovrebbe riguardare
principalmente le armoniche di ordine dispari (clipping, saturazione,
sovramodulazione): il livello delle armoniche pari (dovute alla non simmetria
del dispositivo) dovrebbe essere assente o variare di poco. Per quanto riguarda la distorsione di
intermodulazione i metodi di misura più vicini alle effettive condizioni d’uso
(basati su stimoli multitono) sono senza dubbio i migliori e tra questi la
misura di DI con stimolo “note musicali” elaborata da Mario Bon (concordemente
agli studi di Temme).
Qui di seguito la tabella riassume i risultati di alcuni
studi sulla udibilità della distorsione. La varietà delle metodologie e delle conclusioni
è tipica della ricerca in questo settore. In particolare non si distingue tra
distorsione udibile e tollerata. Si noti che nel 1937 probabilmente non
esistevano dispositivi con distorsione inferiore all’1%. In buona sostanza i
risultati ottenuti dipendono dai metodi di misura utilizzati.
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JDD = Just Detectible Distortion o Distorsione appena
percepibile. Concetto introdotto da Moir. Qui a sinistra i limiti di JDD in funzione
della frequenza per toni puri al variare della frequenza. Dal punto di vista
pratico questi limiti non significano molto perché la presenza di distorsione
armonica implica la presenza di intermodulazione che (con una distorsione di
2^ armonica superiore al 5%) diventerebbe insopportabile. Il grafico ha un
senso solo se riferito a sistemi multivia con sub-woofer o con un taglio del
woofer molto basso. |
Anno |
Autore e data dello studio |
Tema della Ricerca |
Conclusioni |
Note |
1937 |
Von Braunmühl & Weber |
Sensibilità alla Distorsione in diverse bande di frequenza |
1% - 2% per frequenze maggiori di circa 500 Hz |
A frequenze più basse la JDD può aumentare di molto |
1940 |
Harry
F Olson |
Just
detectible distortion (JDD) levels |
JDD pari a 0.7% con test tra 40 Hz a 14 kHz |
Riducendo la banda passante a 4 kHz la JDD raddoppia |
1950 |
D.E.L
Shorter |
Qualità del suono di sistemi con tasso di distorsione nota |
Distorsione percepibile da 0.8% a 1.3% |
Moltiplicando l’ampiezza delle armoniche per n^2/4 (n = ordine) prima di eseguire l’RMS produce miglior correlazione tra la misura oggettiva e la sensazione soggettiva |
1960 |
M.
E. Bryan & H. D. Parbrook |
JDD dalla 2^ alla 8^ armonica in presenza di una
fondamentale a 360 Hz (armoniche
a 720, 1080,1440) Distorsione in % in ordinata |
|
La Tabella a destra mostra la
distorsione JDD in % fino alla 8^ armonica in funzione del livello SPL in dB
della fondamentale. Segnale sinusoidale monofonico in
cuffia. Questo esperimento è molto citato perché indica percentuali di distorsione bassissime. |
1979 |
P.A
Fryer |
Test di ascolto per distorsione di intermodulazione |
2% - 4% di distorsione udibile con pianoforte, 5% con altri segnali |
Programmi test distorti usando
prodotti di distorsione di intermodulazione (IM) del primo ordine |
1981 |
James Moir |
Determinazione del JDD |
“JDD non può essere minore dell’
1%” |
Assume la distorsione non-lineare come
causa principale. Il livello JDD si abbassa quando l’ascoltatore impara a
riconoscere la distorsione |
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Fabrizio Calabrese |
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1% di distorsione su picchi di 130
dB |
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Renato Giussani |
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3% su programma musicale |
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2009 |
Mario Bon |
Determinazione della JDD per la DI |
Meno dello 0.32% di 2^ e 3^ .
Assente per gli ordini superiori. DI minore dell’1% |
La distorsione non lineare è più
importante a basso livello di segnale, la sovramodulazione dei picchi brevi è
tollerata (distorsione di forma). |
Tabella
tratta da Human Hearing - Distortion Audibility Part 3 di Mark Sanfilipo (e integrata).
Tradotta e ordinata per anno. Per quanto riguarda i dati di Bryan &
Parbrook (che nel 1960 disponevano di cuffie con distorsione migliore dello 0.05%)
si deve considerare che l’ampiezza della fondamentale è molto bassa (al
massimo 76 dB) e la frequenza di 360 Hz cade in una zona di bassa sensibilità
mentre le armoniche cadono a frequenze dove l’orecchio è più sensibile. I
risultati prodotti da Bryan & Parbrook vanno presi con le pinze. |
Sorgente |
Dispositivo |
Distorsione |
Note |
Musica |
Triodo |
2.5% |
Sgradevole |
Pentodo |
2.0% |
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Parlato |
Triodo |
4.4% |
|
Pentodo |
3.0% |
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Musica |
Triodo |
1.8% |
Tollerabile |
Pentodo |
1.35% |
||
Parlato |
Triodo |
2.8% |
|
Pentodo |
1.9% |
||
Musica |
Triodo |
0.75% |
Percepibile |
Pentodo |
0.7% |
||
Parlato |
Triodo |
0.9% |
|
Pentodo |
0.9% |
||
Test comparativi di
distorsione (Olson) |
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Questa è la Distorsione in
funzione del carico (8, 4 e 2 ohm) di un amplificatore a singolo triodo
completamente privo di reazione sia locale che globale (300SEI) il cui suono è
giudicato ottimo malgrado la scarsa potenza (11 Watt) e le pessime misure. Si
noti che la distorsione a 1 Watt va da 0.35% a 3%. Questi valori vanno confrontati con la ASDA dei brani musicali con fattore di cresta elevato dove il segnale rimane sotto il 3% della MMR per la maggior parte del tempo. Con 1 Watt un buon diffusore produce 90 dB a un metro. Il problema più rilevante non è la distorsione ma l’impedenza di uscita troppo elevata. |
Limiti (di udibilità) della fase: Dato che
una certa quantità di campo riverberato è indispensabile alla vita normale, la
fase ha una importanza relativa se non fosse per la necessità di formare
correttamente i transitori di attacco e di discesa. L’apparato uditivo
non è un sistema passivo e gestisce la fase e i transitori in modo
“indipendente”. In un sistema lineare la fase e la risposta ai transitori non
sono indipendenti e, per riprodurre correttamente i transienti dobbiamo
forzatamente tendere a sistemi a fase minima. Più che di distorsione di
fase si dovrebbe parlare di eccesso di fase che sembra essere ben tollerato
tranne in una stretta banda di frequenze tra 500 e 1000-2000 Hz (che corrisponde
alla banda di frequenze dove la localizzazione della sorgente avviene
sfruttando le differenze di fase).
Quando ascoltiamo
musica riprodotta con un diffusore multivia, la semplide rotazione della testa
o il fatto di stare seduti o in piedi, cambia il ritardo con cui il suono
prodotto dai singoli altoparlanti giungono alle orecchie dell’ascoltatore. Ne
segue che cambia anche la risposta impulsiva percepita. Ne segue che i ritardi
temporali tra le diverse vie dovrebbero risultare inferiori a quelli provocati
dai movimenti dell’ascoltatore.
Vedere
anche Chiarezza, Sistemi a fase minima, ecc.
Limiti (di udibilità) della frequenza: I limiti
di udibilità in funzione della frequenza vanno da 12 a 22000 Hz (norma DIN 1320
-> da 16 a 20kHz). Le membrane in CVD (diamante) emettono fino a 100kHz. Con
i CD ciò è assolutamente inutile (oltre 22500 Hz c’è il nulla assoluto) con i
SACD e DVD audio campionati a192kHz è comunque improbabile. Molti lettori
multiformato hanno i filtri passa basso fissi a 22 kHz..
Sicuramente nella musica dal vivo si possono trovare
componenti spettrali ben oltre i 20kHz (anche 100kHz). Questo non è un motivo
sufficiente per riprodurle. Tuttavia c’è chi sostiene che le frequenze
superiori a 20kHz siano importanti. L’unico motivo per estendere la risposta
oltre i 20 kHz sarebbe la possibilità di ridurre le rotazioni di fase agli
estremi della banda audio (B&K sostiene che questo è importante).
Limiti (di udibilità) degli impulsi:
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La capacità di percepire suoni impulsivi di breve durata dipende
dalla durata dell’impulso stesso. Per suoni di durata superiore a 100 mS la
Forza percepita (loudness) è proporzionale al livello SPL. Per suoni di
durata inferiore la percezione di Forza è proporzionale all’energia: più
l’impulso è breve e maggiore deve essere l’ampiezza. Questo limite è
particolarmente importante perché le consonanti sono suoni transitori di
durata compresa tra 5 e 15 mS (sono suoni deboli) e vengono ugualmente
percepite. |
(1) ascolto monoaurale in cuffia - (2) ascolto binaurale
frontale in campo libero - (3) ascolto binaurale in campo diffuso
(Uberti). La soglia di udibilità per
il campo diffuso è più bassa della soglia per campo frontale. Infatti la
riverberazione che proviene dalla stessa direzione della sorgente viene
attenuata di 5-10 dB |
Limite Udibilità delle Prime Riflessioni: vedere anche Prime Riflessioni, Ambiente e
Ambiente Standardizzato.
Olive e Toole
studiano le riflessioni nei piccoli ambienti valutando riflessioni con ritardi
di 80 mS (il suono riflesso percorre oltre 27 metri più del suono diretto). In
un ambiente domestico le prime riflessioni percorrono 1 o 2 metri più del suono
diretto (meno di 10 mS). La parte più interessante del grafico è la prima.
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|
.La
figura è più chiara cancellando la zona di eco che nella pratica non ha senso
(le riflessioni sono in genere di ampiezza inferiore rispetto al suono
diretto). La curva in
basso rappresenta il limite di udibilità di una riflessione. Una riflessione
che arriva con 30 mS di ritardo a –20 dB sul suono diretto non è udibile.
Finché la stessa riflessione arriva fino a circa +10 dB sulla soglia di
udibilità dà un effetto di spazialità se supera tale soglia modifica la
dimensione delle sorgente. Il suono deve essere di natura impulsiva e
contenere componenti oltre i 500 Hz.
(Dopo Olive e Toole) |
1 mS -> 0.344 metri 10 mS
-> 3.44 metri 20 mS
-> 6.88 metri 30 mS
-> 10.32 metri |
La
diffrazione ai bordi (ritardi minori di un mS e livello poco sotto al suono
diretto) ha effetto sulla dimensione della sorgente. |
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Limite di Udibilità del Ritardo di Gruppo: la udibilità
del ritardo di gruppo sembra fuori discussione (specie quando è esagerato).
Restano da definire meglio le soglie di udibilità. In un sistema a fase minima,
se è udibile il ritardo di gruppo, è udibile anche il ritardo di fase.
Blauert, J.
and Laws, P "Group Delay Distortions in Electroacoustical
Systems" Journal of the Acoustical Society of America Volume 63, Number 5,
pp. 1478-1483 (May 1978)
"The
Differential Time-Delay Distortion and Differential Phase-Shift Distortion as
Measures of Phase Linearity" by Marshall Leach, JAES, Vol. 37, No.9,
September 1989
Queste sono le soglie di udibilità riportate da Blauert, J. and Laws:
Frequenza (Hz) |
Soglia (ms) |
Soglia in Periodi |
|
8k Hz |
2 ms |
16 P |
|
4k Hz |
1.5 ms |
6 P |
|
2k Hz |
1 ms |
2 P |
|
1k Hz |
2 ms |
2 P |
|
500 Hz |
3.2 ms |
1.6 P |
try this experiment. Bring
the same signal up into the console twice with one of the signals sent
through a delay unit. Now pan one left and one right with no delay. You should
hear the signal coming from the centre. Now slowly add delay to the delayed
signal. You will find that something occurs around 18 -20 milliseconds.
Suddenly you will start to perceive the signals as two separate signals one
from the left and one from the right yet when the delay was below 18ms the
ear couldn't tell the difference between the delayed and the direct so they
both created a centre image. In other words your ears
can't distinguish delay below 18ms or so. (It is different if that delay is
changing as in a flanger or phaser) Now if you have a room with
a reflective rear wall the signal from the speaker will pass you and then be
reflected back. Sound travels at approx. 330mm (1 ft) per millisecond so if
you are 3m (9ft) from your back wall you will hear the sound as a 18ms delay
and your ears will be confused and think that there is another speaker behind
you. (questo
avviene solo se le riflessioni sono molto forti e risultano attenuate meno di
10 dB rispetto al suono diretto). try this test. Sit in front
of your speaker system and cup your hand behind your ears to block the sound
coming from behind you. If you notice the sound tighten (restringersi)
significantly you have a rear wall problem. Variante dello stesso test: mettete del fono assorbente
dietro alla testa e notate le variazioni di spazialità. |
Il nostro sistema uditivo binaurale permette di
distinguere suoni che giungano alle orecchie con un ritardo di gruppo di circa
50 micro secondi (in questo tempo il suono percorre circa 1,7 cm. pari a un
decimo della distanza media tra le orecchie). Per ritardi inferiori o per
toni puri inferiori a 500 Hz (lunghezza d’onda = 68 centimetri) non riusciamo
a determinare la provenienza del suono con certezza. Più precisamente la
difficoltà di localizzazione sussiste per suoni con uno scarso contenuto
spettrale sopra i 500 Hz. |
Tuttavia tendiamo a credere che le frequenze basse
provengano dal basso e quelle alte dall’alto. In effetti tutti gli animali di
piccole dimensioni emettono suoni acuti e vivono sugli alberi oppure volano.
Gli elefanti invece stanno per terra. Il massimo del terrore è causato da suoni bassi che
provengono nettamente dall’alto (vulcani in eruzione, tuoni, asteroidi) o da
infrasuoni (terremoti). Tutto ciò deriva dall’esperienza dell’Homo Sapiens
che correva nudo nella savana e la cui prima preoccupazione era la
sopravivenza. La sensazione dell’altezza della sorgente è comunque soggettiva
e dipende dalla forma della pinna. Nelle control room, a causa delle
riflessioni sulla consol, alcuni sentono l’immagine spostata verso l’alto e
altri verso il basso. Nella control room i fenomeni sono estremizzati dal
numero molto ridotto di prime
riflessioni che diventano facilmente riconoscibili. Per questo le control room si sono evolute nelle ESS e
Natural Room (con ampie superfici diffondenti) |
Limite di Udibilità della
Riverberazione: la udibilità delle riflessioni non dipende dall’angolo di
incidenza (ma solo dal ritardo). Con una eccezione quando la riflessione arriva
dalla stessa direzione del suono diretto. In tal caso la riflessione risulta
mascherata. La musica registrata contiene una certa dose di riverberazione
(naturale o artificiale). Questa riverberazione perviene dalla stessa direzione
del suono diretto e viene quindi attenuata da
5 a 10 dB per mascheramento da parte del suono diretto. Ne segue che, se
la dispersione del diffusore acustico è troppo stretta, la riverberazione contenuta
nella registrazione non viene percepita (e il suono diventa aspro).
Limite di Udibilità del timbro
Il timbro è quella qualità che distingue due suoni che hanno
la stessa altezza e la stessa intensità (e durata non troppo diversa).
Affinché il timbro sia percepibile un suono deve durare
almeno 20 milli secondi (quindi poco più di quanto dura una consonate).
Ci sono suoni il cui timbro cambia anche modificando di poco
le relazioni di ampiezza delle loro componenti spettrali: i più “sensibili” da
questo punto di vista sono il suono del pianoforte ed il rumore rosa.
Il rumore rosa è il più sensibile di tutti. Mentre la
capacità di distinguere la variazione del loudness è molto approssimativa, con
il rumore rosa basta una variazione relativa nelle sue componenti spettrali di
frazioni di decibel (c’è chi dice 0.1 dB) per determinare una variazione nel
timbro. Ciò avviene se la variazione coinvolge una banda di frequenze
sufficientemente ampia.
Questo dimostra che riconoscere il timbro è più importante
che riconoscere l’intensità e dimostra anche la sensibilità dell’apparato
uditivo all’energia trasportata dl segnale (specie nella regione da 4kHz a
20KHz).