L'immagine stereo
deve formarsi tra i due diffusori o si deve espandere anche
all'esterno?
di Mario Bon
16 giugno 2016, 10 aprile 2017, 24 dicembre 2019
Prendiamo una coppia di diffusori acustici e portiamoli in
giardino. Qui non ci sono pareti laterali e nemmeno il soffitto. Se suoniamo un
qualsiasi brano musicale, l'ampiezza orizzontale della scena sonora resta
confinata tra il diffusore destro ed il diffusore sinistro.
Affinché si possa percepire il suono provenire da un certo
punto è necessario che in quel punto ci sia una sorgente fisica o una sorgente
virtuale. L'esempio più chiaro di sorgente virtuale è il canale centrale
virtuale che si percepisce al centro dei due diffusori quando si suona un brano
monofonico.
Quando si portano i due diffusori all'interno dell'ambiente
domestico le cose cambiano a causa della presenza delle pareti laterali che,
rispetto al suono emesso dai diffusori, si comportano come specchi generando
delle sorgenti virtuali.
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Immagine dell’ambiente di ascolto con i “raggi acustici”
che individuano le riflessioni. Sono rappresentate solo le sorgenti virtuali
di primo ordine dovute alle pareti laterali. Sono indicate le zone (minime) dove applicate i materiali
assorbenti. Le superfici coperte da materiale assorbente e/o
diffondente devono essere decisamente maggiori di quelle indicate. |
In buona sostanza davanti (e intorno) a noi ci sono 2
diffusori (sorgenti fisiche) e una quantità di sorgenti virtuali prodotte dai diffusori
e dalle superfici riflettenti. Ogni parete è uno specchio, le pareti sono sei e
i diffusori sono due quindi ci sono almeno 12 sorgenti virtuali del primo
ordine (dovute alla prima riflessione).
Ogni sorgente virtuale generaa altre sorgenti virtuali (di
ordine crescente)
Non tutte le pareti hanno la stessa importanza e questa
dipende dal tipo di diffusore utilizzato. Trascuriamo le riflessione di ordine
superiore che sono comunque molto importanti per la formazione del campo
riverberato.
pavimento |
la riflessione meno importante è quella prodotta dal
pavimento perché viene “compensata” dall'apparato uditivo. Il suo effetto è
chiaramente visibile nelle misure e vale la pena posare sul pavimento un tappeto
(a teatro le riflessioni provenienti da pavimento sono minime o assenti). |
Soffitto |
in genere la riflessione non è molto intensa (il soffitto
è una superficie “lontana” e la limitata dispersione verticale dei sistemi di
altoparlanti fa la sua parte). Il soffitto è anche la superficie sulla quale
non si desidera intervenire. Il letteratura si consiglia di non contare sul
soffitto per agire sulla spazialità. Idealmente dovrebbe essere una
superficie diffondente. |
Parete dietro ai diffusori |
è molto importante con i sistemi omnidirezionali, molto
meno con i sistemi direttivi (trombe) |
Parete alle spalle dell’ascoltatore |
è importante ma ancor più se è vicina (un metro o meno).
Dovrebbe essere molto fonoassorbente per ridurre il mascheramento ma, con i
sistemi direttivi deve essere riflettente. |
Due pareti laterali |
Sono le più importanti perché, in genere, sono le più
vicine ai diffusori e provocano le riflessioni laterali che allargano il fronte
sonoro. In teoria dovrebbero essere diffondenti o assorbenti. |
Se la parete alle spalle del punto di ascolto è stata
“sistemata”, le pareti laterali sono le più importanti. Tuttavia, se il
diffusore è un dipolo (un elettrostatico o isodinamico) la radiazione verso le
pareti laterali è molto scarsa e queste pareti diventano automaticamente meno
determinanti mentre acquista importanza la parete alle spalle del dipolo che
riceve la stessa quantità di energia diretta verso il punto di ascolto.
Per prima cosa vediamo cosa sono Chiarezza, la LE e la ASW.
Chiarezza (Clariry, Deutlichkeit, Definizione) : in
acustica architettonica. Misura la capacità dell’ascoltatore di percepire distintamente
ogni nota anche nelle sequenze più veloci (definizione orizzontale) e di
distinguere le note quando suonate da strumenti diversi (definizione
verticale). In una sala la Chiarezza della musica dipende dal rapporto (in
decibel) tra il livello delle prime riflessioni (entro i primi 80
millisecondi) e delle riflessioni ritardate (oltre 80 millisecondi). Il
livello delle prime riflessioni entro i primi 50 millisecondi determina
invece l’intelligibilità del parlato. Il primo a proporre un “indice di
definizione” è stato Thiele utilizzando anche gli studi di Haas. Oggi si
preferisce fare riferimento all’indice di chiarezza C80(3) ottenuto come
media del C80 calcolato sul bande di ottava centrate a 500,1000 e 2000 Hz
(nota a 500 Hz la lunghezza d’onda vale 68.8 centimetri). Secondo Reichardt il C80 rappresenta gli attributi di
“Trasparenza temporale” e “Trasparenza armonica” (note suonate in successione
rapida e note suonate contemporaneamente). La “Trasparenza temporale” e la
“Trasparenza armonica” sono anche conosciute, rispettivamente, come
“definizione orizzontale” e definizione verticale”. Per superare alcune
incertezze legate alla misura del C80 è stato introdotto da Kurer l’istante
baricentrico o “tempo centrale” . Dato che la Chiarezza, in sostanza, rappresenta la
capacità di risoluzione di eventi sonori separati nel tempo (definizione
orizzontale) o di eventi sonori separati nello spettro (separazione
verticale), per un diffusore acustico va correlata alla risposta ai
transitori (a sua volta legata alle caratteristiche di fase minima). |
LE o LEV
In un auditorio è una componente
della Spazialità (con la ASW). in generale descrive la sensazione
dell’ascoltatore di essere “avvolto dalla musica” . La
LE dipende dalla intensità delle riflessioni che giungono
all’ascoltatore con un ritardo superiore a 80 millisecondi rispetto al suono
diretto e anche dalla direzione apparente di provenienza del suono riflesso
(diffusione). La LE viene giudicata elevata quando il suono riflesso sembra
giungere da tutte le direzioni (campo diffuso). All’aperto la LE è assente. Per aumentare la LE si deve
aumentare la diffusione del suono. Il sistema Bose 901 è concepito
per aumentare la LE (a scapito della Chiarezza). Un sistema a radiazione
diretta aumenta la Chiarezza a scapito della LE. Un sistema a radiazione
diretta dotato di sorgente ausiliarie quale il CLD o la tripletta aumenta la
LE senza sacrificare la Chiarezza perché il suono emesso dal CLD non
interferisce con il suono diretto. La LE si contrappone al “suono della finestra” ovvero alla
sensazione che dà il suono udito attraverso una finestra. |
ASWASW significa Apparent Source Width ovvero
larghezza apparente della sorgente. Attributo soggettivo della percezione del
suono proposto da A. H. Marshall. La ASW (con la LE) è un aspetto della
Spazialità esperita nelle sale da concerto ed è correlata al livello delle
riflessioni laterali che giungono all’ascoltatore con un ritardo compreso tra
50 e 80 millisecondi dopo l’arrivo del suono diretto. Aumentando il livello
di queste riflessioni aumenta la sensazione di spazialità (aumenta la
dimensione orizzontale della sorgente). Particolarmente
apprezzata, per questo effetto, la Musikvereinsaal in Vienna. |
Se, in fase di mixaggio non vengono alterate il modulo e le
fase relative di bande specifiche di frequenze in modo indipendente nei due
canali, qualsiasi allargamento dell'immagine all'esterno dei diffusori (dato
che avviene a causa delle riflessioni laterali e quindi per interferenza) va
sempre a discapito della Chiarezza.
L'esempio più chiaro di ciò è dato dal sistema Bose 901.
Riguardo alla Chiarezza: più di
qualcuno, quando descrive il tipo di suono che predilige, specifica che non
desidera un suono troppo "radiografante" o troppo
"presente". Questo significa che una riduzione della Chiarezza non è
sempre percepita come un fatto negativo. La Chiarezza si regola anche variando
la distanza di ascolto (che equivale a regolare il rapporto tra suono diretto e
suono riflesso).
Aumentando il suono riflesso
aumenta la LE e diminuisce la Chiarezza.
Aumentando il suono diretto
diminuisce LE e aumenta la Chiarezza.
Questo tipo di esercizio
(aumentare una, diminuire l'altra) lo facciamo quando scegliamo la posizione di
ascolto soggettivamente ottimale. Questo vale a teatro (prime file, 10^ fila,
loggione) come in casa (2 metri...4 metri..ecc.).
È poco probabile che un
appassionato che segue le opere dal loggione, acquisti un sistema un molto
direttivo (a meno che non possa ascoltarlo ad almeno 6 metri di distanza). La
logica vorrebbe che si orientasse verso un sistema omnidirezionale o verso un
sistema dipolare o un sistema dotato di sorgenti ausiliarie posteriori quali il
CLD (per aumentare il campo riflesso).
E' assolutamente normale, anzi
consigliabile, scegliere il tipo di diffusore proprio dal punto di vista del
tipo di radiazione (radiazione diretta, dipolo, omnidirezionale).
Quando si dice che "i diffusori scompaiono"
(perché scompaiono a coppie) significa che la sorgente virtuale è dominante
rispetto alla coppia di diffusori fisici che la generano e che non sono più individuati come tali. Questo
indipendentemente da dove appare la sorgente virtuale. Con un programma
monofonico l'immagine virtuale deve apparire al centro dei diffusori. Se
(l'immagine monofonica) appare all'esterno allora c'è qualche cosa che non va
(per es. canali in controfase o differenze sensibili tra il canale destro ed il
canale sinistro).
Un modo per far scomparire di diffusori è questo:
-
si posizionano i diffusori in modo che siano il più
possibile uno dall’altro
-
si avvicina il punto di ascolto alla congiungente dei
diffusori
-
si orientano i diffusori in modo che il suono diretto si
sommi davanti alla testa dell’ascoltatore.
In qesto modo le riflessioni laterali passeranno per la
maggiorparte dietro alla testa dell’ascoltatore partecipando solo al campo
riverberato. Questo genera una RFZ
(Reflection Free Zone = zona libera da riflessioni). come nelle
control room (stanze opportunamente preparate per il controllo delle
registrazioni).
In questo modo si aumenta anche l’ ovvero l’intervallo di
tempo tra l’arrivo del suono diretto e della sua prima riflessione. In teatro
l’ITG è di 10-25 millisecondi durante i quali il suono percorre da 3.44 a 8.6
metri.
Le riflessioni laterali devono essere coerenti con il suono
diretto?
Se lo fossero si sommerebbero in ampiezza con il suono
diretto dando origine all’effetto “filtro a pettine”.
Se non lo sono il livello delle riflessioni si somma in
potenza con il suono diretto senza produrre interferenza a vantaggio della
Chiarezza. Allora perché si dice che un diffusore deve presentare una risposta
in frequenza regolare dia in asse che fuori asse? Perché questo è un indice di
qualità del diffusore stesso ed in particolare indica che i fenomeni di
diffrazione ai bordi sono ridotti. La
diffrazione ai bordi degrada la risposta impulsiva del diffusore.
Dato che le riflessioni laterali devono essere non correlate
al suono diretto la risposta in fase fuori asse del diffusore può essere
qualsiasi mentre il modulo della risposta deve mantenersi almeno simile a
quella in asse.
La distorsione prospettica
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Distanza critica Dc o raggio di riverberazione: è distanza dalla sorgente dove il livello del campo
diretto è uguale al livello del campo riflesso. Dovrebbe essere costante con
la frequenza. Se varia bruscamente o in modo troppo discontinuo, introduce la
distorsione prospettica. Quando il tempo di riverberazione è costante con la
frequenza (o non varia troppo o troppo bruscamente con la frequenza) anche il
raggio di riverberazione è costante. Il raggio di riverberazione dipende dal fattore di
direttività Q della sorgente. Più la sorgente è direttiva e più il raggio di
riverberazione aumenta. |
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Distanza
critica r per un diffusore acustico caratterizzato da risposta in frequenza
piatta in asse e fattore di direttività Q variabile con la frequenza. All’aumentare
della direttività la distanza critica aumenta. |
Consideriamo i piatti della batteria. Succede, a volte, di
percepirli come se suonassero davanti ai tweeter dei diffusori. Potrebbe anche essere
un difetto della registrazione. Ma potrebbe essere colpa dei diffusori o
dell’ambiente.
Supponiamo che il sistema di altoparlanti abbia un medio con
dispersione ampia e un tweeter con dispersione ridotta (sul piano orizzontale).
Ne segue che:
-
la distanza critica nella manda del medio è bassa
-
la distanza critica nella banda del tweeter è alta.
Questo fa sì che i piatti della batteria si percepiscano più
vicini o “davanti” ai tweeter. Possiamo chiamar questo fenomeno “distorsione
prospettica”: è come se i due diffusori fossero piegati in avanti con i tweeter
più vicini al punto di ascolto. E' evidente che questo non sarebbe un sistema
ben calibrato, ma può succedere (e succede). Toole suggerisce che la direttività di un sistema di altoparlanti vari
gradualmente e con continuità nel passare dalle basse alle alte frequenze.
Adesso consideriamo un sistema omnidirezionale posto in
prossimità di una parete piana e riflettente.
L’immagine riflessa, dovuta alla parete, è sufficientemente
intese da generare una sorgente virtuale tra il diffusore e la parete. Ne segue
che, con due diffusori in prossimità di due pareti (laterali), lo stage sonoro
si allarga oltre la posizione dei diffusori. In questo caso le sorgenti, lungo
la retta passante per i centri acustici dei diffusori, sono diventate quattro
ed interferiscono tra loro (a coppie).
Questa situazione (il fronte sonoro che si estende da una
parete all’altra) ha i suoi estimatori. Sarebbe più corretto allontanare tra
loro i diffusori senza riflessioni sulle areti laterali
La dimensione orizzontale dello stage dipende:
-
dal tipo di diffusore usato
-
dalla posizione rispetto alle pareti
-
dalle caratteristiche delle pareti (fono assorbente,
diffondente, mezzo e mezzo)
-
dalla simmetria (sia delle distanze che del fonoassorbimento
o diffusione)
In una control room (che è fatta per controllare il
contenuto delle registrazioni) l'immagine si forma tra di due diffusori (perché
si fa in modo che le riflessioni laterali passino alle spalle
dell'ascoltatore).
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Andamento delle riflessioni
frontali e laterali in una control room. I diffusori e le pareti sono inclinati in modo che il suono riflesso non arrivi direttamente al punto di ascolto RFZ ma venga opportunamente assorbito o diffuso. RFZ significa Reflection Free
Zone (zona libera da riflessioni). Di concezione successiva alla sala di
controllo LEDE, l'obiettivo è creare una stanza che non influenza la
riproduzione, in opposizione con la scuola Early Sound Scattering (ESS). Le
riflessione vengono convogliate verso la parete opposta dove vengono in parte
assorbite ed in parte diffuse per controllare il tempo di riverberazione. |
Per ottenere una riproduzione stabile della posizione e
delle dimensioni delle sorgenti virtuali (gli strumenti riprodotti) si devono
verificare delle condizioni:
-
la registrazione deve essere stata fatta in un certo modo
(diciamo “bene”)
-
i diffusori destro e sinistro devono essere uguali
-
la disposizione dei diffusori nell’ambiente deve rispettare
una certa simmetria
-
le proprietà delle pareti devono essere simmetriche.
La simmetria è più importante per i sistemi omnidirezionali
e diventa sempre meno critica al crescere della direttività del sistema
divenendo marginale per i dipoli (che non irradiano lateralmente). Questo però
non significa che più un sistema è direttivo e meglio è perché una eccessiva
direttività aumenta il raggio di riverberazione e costringe as ascoltare a
distanza maggiore.
Dl momento che l’apparoto uditivo umano riesce a risolvere
sorgenti separate da angoli superiori a 6°, più si va lontano più diminuisce il
numero di sorgenti risolvibili (e con esse il senso di spazio).
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Disposizione dell’impianto ad angolo (foto Marcello
Dalmazia). Questa disposizione limita le riflessioni laterali che giungono
nel punto di ascolto, aumenta l’ITG e favorisce la Chiarezza. A volte aiuta
anche a risolvere problemi legati alle onde stazionarie a bassa frequenza. Se
si può andrebbe provata. |
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ITG o
ITDG (Initial Time-Delay Gap) In un ambiente l’ITG è
l’intervallo di tempo, espresso in millisecondi, che intercorre tra l’arrivo del
suono diretto e della sua prima riflessione. Tra le altre cose è correlato
alla Intimità (attributo del suono di un ambiente). |
In un ambiente domestico l’ ITG è nell’ordine di pochi millisecondi. Entro i primi 1-2 millisecondi avviene la localizzazione della sorgente ed è importante che la prima riflessione giunga con un ritardo sufficiente per consentire la localizzazione. Nelle sale migliori, al centro della platea, l’ ITG vale circa di 25 millisecondi. Questo significa che il cervello ha il tempo per correlare il suono diretto alla sua riflessione e “fonderla” per effetto Haas e rinforzare il suono diretto. Quando l’ITG è troppo basso il cervello deve eseguire un super lavoro e si stanca (fatica da ascolto). La visione della sorgente risparmia al cervello la fatica della localizzazione (che viene fatta dalla vista) e quindi si stanca meno. Meglio ascoltare un concerto in DVD.
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Tempo che intercorre tra la sensazione del
suono diretto e della sua prima riflessione. La prima riflessione più
importante (nel bene e nel male) è quella laterale. In un auditorio lo ITG è nell’ordine di
10-25 millisecondi. In un ambiente domestico è nell’ordine di
qualche millisecondo. In ambiente domestico lo ITG dovrebbe essere compreso
tra 4 e 10 milli secondi. |
Si parla tanto della importanza delle prime riflessioni ma
si parla poco di ITG. L’ITG è tanto importante quanto le prime riflessioni.
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Tempo di riverberazione ottimale in funzione della
frequenza per gli ambienti domestici. Il fono assorbimento medio dovrebbe essere compreso tra il
18 ed il 25%. Ciò si ottiene rivestendo almeno un quinto delle superfici
delle pareti con materiali con coefficiente di fonoassorbimento del
100%. Esistono anche pannelli che
sono contemporaneamente fonoassorbenti e diffondenti. |
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T60 = tempo di riverberazione in secondi, V=volume in
metri cubi Al di sopra della frequenza di Schroder vale il modello
statistico (sabiniano) e ha senso parlare di tempo di riverberazione. Al di
sotto dominano i modo normali. Un ambiente medio 5x4x2.8 il volume è di 56
metri cubi e T60=0.53 secondi la frequenza di Schroeder vale circa 200 Hz. |
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La relzione che segue vale in ambienti sabiniani (campo
riflesso perfettamente diffuso) se la potnza di riferimento è quella standard
(10-12 Watt) allora Lw coincide con il livello di potenza acustica.
L’SPL è riferito a 20 microPascal.
Nota: 4/R = 25 T60/V (quando sia valida la relazione di Sabine).